Scontri coi No Muos. 2013.07.10 - 70° Anniversary Allied Landing - Sbarco Alleato Anniversario - 10 luglio 1943, Gela, Sicily, 70° LANDING ANNIVERSARY ALLY with No-Muos Protest
Gela Sbarco Alleati
Ricardo Tolaro:
Buongiorno sindaco Fasulo, autorità civili e militari, benvenuti al 69° anniversario della cerimonia di commemorazione di Ponte Dirillo(
foto), vi ricordo il sacrificio estremo di 39 militari caduti nel 1943, siamo onorati della vostra presenza e desidero ringraziarvi sinceramente per la partecipazione a questa cerimonia.
Lui è il tenente di vascello Ricardo Tolaro, ufficiale responsabile della stazione di radiotrasmissione della marina USA di Niscemi, che i siciliani chiamano comunemente base 1. Io sono il vostro cerimoniere.
Sono lieto di presentarvi il nostro relatore, il capitano di corvetta Josef Harrison, vice comandante della stazione di computer e telecomunicazioni di Sigonella.
Josef Harrison:
Buongiorno sindaco Fasulo, autorità civili e militari, presidente del club Kivanis e rappresentanti di altri club, buongiorno anche al Professore Mulè per la bella serata e l’inizio delle cerimonie.
Desidero innanzitutto dirvi che sono onorato di essere qui davanti a voi oggi con mia moglie Tracy.
Molti di voi hanno intrapreso un lungo viaggio per partecipare a questa cerimonia oggi ed io personalmente voglio ringraziarvi per la vostra adesione a questo evento, il fatto che vi siete resi liberi dai vostri impegni per essere qui a ricordare migliaia di soldati, marinai e aviatori che sono caduti 69 anni fa, dimostra quanto sia ancora oggi importante quel giorno per tutti coloro che amano la libertà in questo mondo.
Siamo oggi qui per onorare coloro che hanno combattuto nei pressi di ponte Dirillo, durante quella che sarebbe stata la prima battaglia della più grande operazione congiunta della Seconda Guerra Mondiale.
Nelle prime ore del mattino del 10 luglio 1943, ben prima che il sole sorgesse ad est, un gruppo di guerrieri del Reggimento della 505° Fanteria Paracadutisti, guidata dal prode Colonnello James Maurice Gavin dell’esercito degli Stati Uniti, si trovava in volo sopra il Mar Mediterraneo, facendo rotta verso una zona di lancio non identificata in Sicilia, un lancio in territorio nemico li attendeva li sotto e molti di loro non avevano alcuna idea del fatto che sarebbero entrati nella storia.
Il velivolo C47 stava trasportando 250 soldati verso una battaglia che sarebbe costata la vita a molti ma che tuttavia sarebbe diventata storica e avrebbe portato alla liberazione della sicilia, dalla trasformazione in senso democratico dell’Europa.
A capo di tutta l’operazione c’era il Generale americano Dwight Eisenhower, in veste di Comandante in Capo delle forze alleate del Nord Africa.
Il generale Inglese Sir Harold Alexander era il Secondo in Comando e introdusse le forze terrestri e fu anche il comandante dell’esercito.
Il Comandante della forza navale era l’ammiraglio britannico Andrew Cunningham.
Il Generale Patton guidò lo sbarco in Gela.
Ecco lo scenario dello sbarco: alle ore 04:10 del 10 luglio 1943, le truppe stavano per sbarcare, i paracadutisti della 505° Fanteria, avevano già toccato terra, l’invasione era già iniziata, l’Operazione Husky si era già scatenata sulle spiagge della Sicilia, alle 07:10 la battaglia era quindi iniziata. Dal punto di vista strategico l’Operazione Operation Husky raggiunse gli obiettivi prefissati dai pianificatori Alleati. Gli alleati cacciarono le forze aeree, terrestri e navali dell’asse, fuori dall’Isola. Le rotte marittime del Mediterraneo vennero riaperte e il dittatore italiano Benito Mussolini fu rovesciato dal potere.
L’invasione della Sicilia fu una delle più grandi operazioni congiunte della Seconda Guerra Mondiale, ne 38 giorni e mezzo, circa 500 mila soldati, marinai ed avieri alleati, combatterono per il controllo di questo terreno roccioso e vennero si aerotrasportati che condotti qui a bordo di oltre 3 mila e 500 navi a varia stazza. L’unità aerotrasportata del colonnello Gavin era formata da un gruppo molto affiatato.
L’unità dei paracadutisti della 82° divisione, era un unità molto preparata, il colonnello Gavin li aveva addestrati ripetutamente ed era assolutamente fiducioso nella loro capacità di portare a termine la loro missione ma qualcosa gli diceva che quello era stato semplicemente addestramento e che questa era una guerra vera. Il colonnello Gavin si rese conto che la sua più grande paura non era quella di affrontare il nemico, bensì di non essere all’altezza di condurre i suoi uomini in battaglia in maniera adeguata, lesse una preghiera in silenzio e si lanciò verso la battaglia, sapendo che i suoi uomini l’avrebbero seguito, credo che non ci fu mai alcun dubbio a riguardo. Senza esitare più di tanto ad andare avanti verso la missione, la sua 82° unità aviotrasportata si paracadutò dietro le linee nemiche, in una piccola area tra Caltagirone e le locali spiagge di Gela, è stato proprio qui che avrebbero dovuto tenere sotto controllo l’obiettivo Y. Il colonnello Gavin e i suoi uomini lanciarono un assalto volto ad assicurare il controllo delle spiagge e della zona di lancio, per renderle fruibili per ulteriori operazioni, mentre gli artiglieri tedeschi cercavano di tenerli a bada e di controllare i loro movimenti. Sebbene la squadra di Gavin fosse sparpagliata a causa di un lancio disturbato da avverse condizioni di vento riuscì comunque ad riunirsi ed a occupare diverse posizioni nemiche.
L’operazione Husky fu la prima operazione congiunta su vasta scala di questo di tipo che venne condotta da tutti i partner della coalizione nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Come è stato detto in precedenza, oltre 500 mila uomini operarono congiuntamente verso un obiettivo comune, la conquista della Sicilia ed il raggiungimento della libertà in Europa. Gli Inglesi e gli Americani, sebbene fossero entrambi impegnati già in operazioni di combattimento in Africa, si trovarono a condurre campagne indipendenti su lati opposti del continente. L’operazione Husky sarebbe stata però diversa, da li in avanti parti della coalizione avrebbero agito in uno sforzo strategico e congiunto il cui risultato finale sarebbe stato la sconfitta della Germania Nazista, ed il raggiungimento della libertà dalla tirannia da parte dei popoli d’Europa.
Oggi siamo ancora una volta uniti ai nostri partner della coalizione per condurre operazioni globali volte a portare libertà e pace in questa parte del mondo. L’anno scorso la Sicilia è stata ancora una volta crocevia di un altro sforzo unitario che ha permesso a oltre 19 paesi partner della coalizione di raggiungere l’obiettivo prefissato, tali operazioni non sarebbero state possibili senza il sostegno unitario della Sicilia.
Lo sforzo congiunto di tutti i partner della coalizione e costantemente impegnati a contrastare il terrorismo, è stato eccezionale. Quando il colonnello Gavin e i suoi uomini sbarcarono in Sicilia 69 anni fa, si resero conto di essere lontani parecchie miglia dalla loro zona di lancio, e fecero quello per cui erano stati addestrati, ovvero lanciarsi in battaglia per portare a termine la loro missione.
Oggi continuiamo a vedere lo stesso spirito nei nostri partner della coalizione, essi continuano ad impegnarsi estremamente nell’adempiere le loro missioni il cui risultato è quello di salvare quotidianamente vite umane ed impedire ulteriori sofferenze alle popolazioni civili di quest’area e in tutto il mondo. Tra breve ci recheremo presso il sito di Ponte Dirillo per ringraziare ed esaltare il coraggio dei 39 uomini del reggimento del colonnello Gavin che persero la vita nella battaglia di Piazza Riggi(?) il sito che si affaccia sulla zona di atterraggio presso Ponte Dirillo.
Non devono esserci dubbi a riguardo, l’azione militare effettuata qui a Ponte Dirillo è stata fondamentale per il successo dell’invasione, se i paracadutisti non fossero stati in grado di conquistare questo avanposto, il risultato sarebbe stato devastante per lo sbarco a Gela della 7° Armata guidata dal generale Patton e il 2° corpo d’armata statunitense guidata dal generale Omar Nelson Bradley.
I panzer tedeschi della divisione Hermann Göring, avevano gli occhi puntati sulla flotta di invasione ed erano pronti a ricacciare la 7° armata in mare vista la decisione iniziale di abbandonare del tutto la Sicilia, presa all’inizio della campagna, la coalizione ottenne in effetti una vittoria morale, quel giorno, tenendo i due eserciti alleati a bada, infine marciando verso la vittoria.
I paracadutisti di Gavin erano l’unica forza nemica che si trovava sul loro cammino ma sappiamo che gli uomini Gavin erano un gruppo coeso ben addestrati e pronti. Essi non avrebbero accettato niente altro. Questo era solamente il primo giorno di combattimento della 82° divisione aviotrasportata che già allora stava mettendo in pratica il suo motto “fino in fondo”. Bene, i 38 soldati, il marinaio dell 82° divisione andarono fino in fondo quel giorno, scarificando la loro vita per permettere che altri godessero della libertà che tutti usufruiamo oggi.
Quando andremo oggi presso il monumento ai caduti per ricordare quegli uomini ci troveremo tutti davanti a una scelta, quella di piangere la perdita di questi uomini coraggiosi che morirono tanto tempo fa lontano dalle loro case e dalle persone care oppure potremmo scegliere di essere grati a questi uomini coraggiosi che si opposero alla tirannia e alle oppressioni, personalmente sceglierò di essere grato a Loro per sempre. Grazie per essere stati qui oggi.
FOTO STORICHE DAL VIVO
Giuseppe Macca, col piombo dei proiettili trovati nella spiaggia di Gela, li fonde e crea una piccola Opera d'Arte che dona Alla Memoria di DIRILLO RIVER. (versione italiana e americana, tradotta)